Giorno …e la peccatrice. Tempo di lettura stimato : 2 minuti Las Vegas ti sputa in faccia sogni di ricchezza, sesso e potere, e mentre ti acceca con milioni di luci, ti ha già fregato i soldi. Bevi, gioca, scopa. Chi ha avuto modo di conoscermi di persona solo negli ultimi anni probabilmente farà fatica a credermi, ma prima di partire per il giro del mondo io ero una persona piuttosto timida e faticavo a socializzare con gli estranei. A contatto con quelle emozioni intime e dolorose, acquistai spontaneamente lo stile di scrittura che mi apparteneva davvero. In questo breve articolo, scritto al termine di due giorni passati a Las Vegas, getto finalmente la maschera di viaggiatore frivolo e mi riapproprio della mia identità, riflessiva e sincera.
Strix chiamavano la strega gli antichi Romani: era un uccello simile al gufo, con la testa grossa, il rostro e gli artigli da rapace e le piume chiare: pare siriempisse il gozzo con il sangue dei lattanti che rubava dalle culle, strappandone le viscere. Si chiamava strix per il suo stridere sinistro nella notte fonda. Nel Medioevo le striges assunsero aspetto e fattezze umane, laide, vecchie e repellenti: si mormorava che partecipassero ai sabba e fornicassero con i demoni; con appropriati incantesimi potevano nuocere non solo al bestiame e ai campi, ma persine ai bambini e talvolta agli adulti. In questo stuolo di streghe spiccava Erodiade seguita da una scia di signore della notte: la cosiddetta Società di Diana o di Erodiade. Nella leggenda Erodiade veniva confusa con la figlia Salomè che aveva ottenuto da Erode Antipa la capo di Giovanni grazie alla danza dei sette veli. Secondo la tradizione, le donne devono staccare le noci per il liquore quando la drupa è ancora verde, nella notte di San Giovanni: con una falce o una lama di legno, mai di metallo. Il rito della preparazione del nocino risale ai Celti della Britanma: il che induce a pensare che il noce fosse un albero sacro a quei popoli, usi a celebrare riti solstiziali.
Clicca PLAY e ascolta la puntata! Non temete, la storia che sta posteriore e oltre il titolo, invece, è ben più interessante. Julia e Pete Winters, sono americani ma da cielo vivono a Parigi. Nel , per scappare alla guerra e sottrarsi al folle piano di Hitler, sono costretti ad abbandonare la Francia e a rifugiarsi a Lisbona. Solo che i quattro non possono prevedere i risvolti di questo incontro. Per chi sa bene che le buone maniere e le apparenze possono far danni inenarrabili. Una presenza-assenza, la sua, perché Moana è una donna che appariva vicinissima eppure è rimasta inafferrabile. Se credete di sapere tutto di lei, se pensate che sia una figura irrilevante o solo qualcosa di frivolo, pruriginoso… provate a scoprila attraverso questo opuscolo, che non racconta la sua memoria ma, cosa ben più interessante, ricostruisce il rapporto tra Moana e il suo tempo.