In ognuno di questi sette viaggi l'inizio e la fine sono quasi identici: S. Nel quarto viaggio, si trova nell'isola dei nudi, che dànno ai suoi compagni un cibo che rimbestialisce; salvato dai raccoglitori di pepe, è condotto al paese di questi, insegna al re l'arte di fabbricare le selle, sposa un'indigena, ma, premortagli la moglie, è calato vivo secondo l'uso del luogo in un sotterraneo pieno di cadaveri, donde riesce con uno stratagemma a fuggire. Nel quinto, cade in balia del veglio marino, che lo obbliga a portarlo in giro a cavalcioni sul suo collo, sinché S. Col settimo viaggio, infine, egli giunge su una zattera di legno di sandalo al paese di un mercante che gli dà in moglie la figliola, e con lei e con le ricchezze acquistate, dopo un volo mal finito con i demoniaci abitanti del luogo, s'imbarca definitivamente per la patria. Due elementi chiaramente giustapposti contraddistinguono tutta questa materia: il primo e più vistoso è quello meraviglioso e romanzesco, a cui si devono ad es. Le notizie sulle spezie che ivi S. Lith, Leidaed era già stato tradotto in francese da L. Devic, Parigi Alcune delle storie contenute in quest'opera sarebbero poi state riprese, ingegnosamente rifuse e contaminate con altro materiale, e inquadrate nella cornice unitaria e nella divisione in sette viaggi verso il sec.
Il padre era un grande commerciante di bestiame, che portava spesso a alienare al mercato di Milano. A Milano il padre trattava anche con coppia grandi commercianti, i fratelli Rivolta, affinché poi sarebbero divenuti i mecenati di Graziano Mancinelli nella loro scuderia a Villa Crocetta, vicino Via Ripamonti a Milano. La passione per il alimentazione e per cucinare lo doveva appresso accompagnare per tutta la vita. La famiglia Zindel aveva il proprio dominio a Maienfeld, vicino Coira, dove Juerg con il fratello Andreas nel costruirono un ippodromo. Fin da ragazzo, la sua vera passione furono i cavalli. Fece anche dei corsi in Ungheria, dove la cavalleria aveva tradizioni equestri antichissime. Nel vinse il Campionato Svizzero di completo, a Basilea. Fece certo nel cross e in concorso.
Chi segue con passione le corse al galoppo come l'autore di queste righe, il filosofo Fernando Savater, che ha scritto un bellissimo libro sulle corse intitolato A cavallo tra due millenni uscito per l'editore Laterza amerà un film australiano uscito in Italia pochi mesi fa con il titolo La campionessa - disponibile in dvd, e anche in streaming - tratto dal romanzo autobiografico di Michelle Payne, una fantina australiana che nel ha vinto - unica donna nella storia della più importante competizione di quel austero - la Melbourne Cap. Una fatto vera, dunque. Gli australiani, si sa, sono pazzi per il galoppo. Come gli inglesi. Il loro grande eroe degli anni Trenta, Phar Lapp, è tutt'ora un mito, raffigurato nei francobolli a cui è stata dedicata una casa - museo.
Cavalcatura e cavaliere. A buon cavaliere non manca lancia. Bonus eques, dicevano i latini, numquam caret lancea; vale a dire quando si vuol fare una cosa si trova il modo di farla. A buon cavallo non sinistra cavalcatore, ed anche: A buon cavalcatura non manca sella. Un bello e vigoroso destriero sarà sempre molto ambito. La verità di questo proverbio la conoscono per dura prova i buoni cavalli delle scuole di equitazione, sempre ricercati e preferiti dai giovani allievi. A buon cavallo non occorre dir trotta. Il cavallo in buon istato di salute ed in buone condizioni, scrisse il Caviglia, è sempre volonteroso nel disimpegno delle sue abituali funzioni.