
Se lavorano. Si chiama gender pay gap: è la differenza che corre, a parità di mansione, fra lo stipendio di un uomo e quello di una donna. Da qualsiasi punto si parta, il risultato finale non cambia: la busta paga delle donne è sempre la più leggera. No, perché questa prima misurazione non tiene in considerazione il tasso di occupazione e il titolo di studio. Il peso del part time Basta cambiare criterio per sconvolgere il risultato. Secondo i dati Istat il 19,5 per cento delle donne occupate lavora in part time involontario. Dieci anni fa, prima dello scoppio della crisi economica, quel tetto era fermo al 10 per cento.
Part time involontario per 2 milioni di lavoratrici. E ci sono anche 1,3 milioni di wonder women con tre o più figli minori e un impiego a tempo pieno. In Italia le donne che lavorano sono 9. Per le giovani donne la circostanza è drammatica. Studiare non è adeguato per fare carriera. Non solo le donne sono sottorappresentate nelle posizioni apicali, ma quando lavorano spesso svolgono mansioni per cui sarebbe sufficiente un attestato di studio più basso di colui che possiedono. Le difficoltà a accomodare lavoro e famiglia. Eppure per molte donne lavorare e formare una congregazione rimangono ancora oggi due percorsi paralleli e spesso incompatibili. Wonder women: donne che lavorano e hanno figli piccoli.
Al di là della rilevanza dei coppia eventi, una parte della discussione pubblica ha, come di consueto, riguardato i nomina agentis, ossia i nomi di agente: declinarli o meno al femminile? Stéphanie Frappart è arbitro, arbitro femmina o arbitra? La risposta, Zingarelli alla mano dato che è il glossario che più di tutti fa accuratezza a riportare il maggior numero effettuabile di femminili professionali, e lo fa sin dal è che le forme corrette sono rettrice peraltro già adibito da altre rettrici di importanti atenei italiani e arbitra. Per cercare di risultare utile contemporaneamente a chi desidera avere delle risposte da fornire ai detrattori e alle detrattrici e a chi invece non è convinto della bontà o correttezza dei nomina agentis declinati al femminile, ecco una banda delle obiezioni più comuni assieme ad alcune possibili risposte o suggerimenti per comprendere meglio la questione. Ho abbozzo un intero libro su questo paura, alla cui consultazione rimando nel accidente si volesse approfondire: Femminili singolariEffeQu. E poi, se maestra non è disarmonico, perché dovrebbe esserlo ministra? Insomma, se non ti piace il suono di una parola, puoi cercare di eludere di usarla.
Il termine indica qualunque arbitraria stereotipizzazione di maschi e femmine in ragione esclusivitа della propria appartenenza sessuale. Sessismo è dunque un termine binario, che si presta ad essere riferito indifferentemente a discriminazioni perpetrate sia contro le donne che contro gli uomini, anche se in origine fu coniato nel dizionario femminista con lo specifico scopo di denunciare soprusi e pregiudizi a accidente del sesso femminile. Robustelli, Lingua e identità di genere. Sabatini, Raccomandazioni per un uso non sessista della falda italiana, Roma, Presiden