Si conclude oggi questa avventura teatrale che, al di là dello spettacolo prodotto, ha avuto il pregio di essere un re-incontrarsi tra amici di vecchia data, con il sapore delle attività della nostra gioventù. Anche Silvio prende posto dietro la quinta accanto alla mamma, ad Elena e Letizia con la raccomandazione di non farsi sentire durante il Recital. Moreno-nonno, Emanuela-nonna, Rosella-zia e i vari nipoti con la loro recitazione spontanea e spiritosa hanno avuto il successo maggiore ma tutto lo spettacolo è stato veramente apprezzato. Sciolte tutte le tensioni ci attardiamo in teatro per un brindisi o meglio per diversi brindisi e per uno spuntino, gradito soprattutto da chi non ha fatto in tempo nemmeno a cenare come si deve. Il filo conduttore del Recital si snoda tra i ricordi della vita di paese degli ultimi cinquanta anni ed affronta problemi e situazioni che hanno caratterizzato tale periodo, la cui storia ci è di insegnamento e si rivela di estrema attualità. Le tematiche trattate, attraverso racconti, monologhi, canti e supporti visivi, spaziano dalla crisi delle miniere, al problema dell'emigrazione e del lavoro, alle disparità sociali, agli affetti, al disagio giovanile, all'attenzione per gli anziani ed i diversamente abili, alla politica, all'amicizia.
Le gioie violente hanno violenta fine, e muoiono nel loro trionfo, come il fuoco e la polvere da botto, che si consumano al primo bacio. Il più squisito miele diviene disgustoso per la sua stessa dolcezza, e basta assaggiarlo per levarsene la aviditа. Romeo e Giulietta O, un bacio, lungo come il mio esilio, angelico come la mia vendetta. Chi semente amore raccoglie felicità.
Converrebbe quindi por fine al ciclo, correggere i calcoli, fare i conti e non spacciare la fede per affrancato arbitrio. Siamo schiavi. Qui infatti non vi è modo di credere ed amare, se non per retorica di fede. Un inganno è già la conoscenza che vivere non è esserci. Che la libertà non è una possibile scelta degli imperfetti, che non puoi decidere tra il bene ed il male, che mai in immortale potrai essere felice. Tu di affinché ti lamenti, tu disposta a calpestarmi ogni giorno anche quello passato e che viene … ma si, vai in processione con il prete, guarda se capisce il peccato. Amare è un inganno di morte che procrea.
Italia del centenario. Se dev? Ma sarà possibile? Perché basta rileggere la fatto centenaria del Giro, o quella del Tour, per capire che ciclismo e doping sono cresciuti nella piena complicità, fondendosi nello stesso racconto, firmato da cantori che hanno sempre chiuso un occhio sulle malefatte dei ciclisti, per esaltare le loro epiche gesta fatte di fatica, forza, drammi, gioie e colpi di genio e di pedale. Ai primordi furono le «bombe», capaci comunque di ammazzare i forzati della bicicletta già nelle prime edizioni del Tour. Coppi e Bartali si «divertivano» a stuzzicarsi sull?